http://www.pupia.tv - Varese - Si è recentemente conclusa l’operazione delle Fiamme Gialle varesine, attuata in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane di Malpensa, denominata “Digital Hunters”, nata per contrastare il traffico internazionale di sostanze stupefacenti attraverso il ricorso a nuovi canali di ingresso nel territorio nazionale, ovvero utilizzando rotte aeree alternative a quelle sinora maggiormente utilizzate e di conseguenza monitorate dai militari. <br /><br />L’operazione, durata circa dieci mesi, ha permesso di trarre in arresto 41 narcotrafficanti (di cui 29 “corrieri” e 12 “ovulatori”) e pervenire al sequestro di 165 chili di sostanza stupefacente, tra cui 78 di cocaina, 50 di Khat, 3 di hashish e 33 di eroina, sostanza di cui purtroppo è sempre crescente la richiesta. <br /><br />Dei 41 arrestati, 34 sono risultati uomini e 7 donne. Con riferimento alla nazionalità 10 arrestati sono italiani, altrettanti brasiliani, 6 sono nigeriani, i restanti 15 sono risultati provenire da varie nazioni del mondo. <br /><br />Particolarmente interessante anche il dato che riguarda le aree del territorio nazionale in cui sono risultati essere residenti gli arrestati e che, presumibilmente, sarebbero dovute essere le destinazioni finali dello stupefacente una volta superati i controlli doganali: quattro fermati sono risultati essere residenti in Milano, mentre anche le province di Roma, Napoli, Palermo, Parma e Torino hanno visto coinvolti, loro malgrado, due cittadini ciascuna. <br /><br />Anche nel corso di questa operazione, i militari si sono imbattuti in tipologie di occultamento dello stupefacente davvero particolari. Basti pensare agli oltre 5 chili di cocaina occultata all’interno di due paia di pantaloncini facenti parte di mute subacquee cuciti insieme tra loro e in due doppifondi ricavati all’interno di due borsette da donna abilmente occultate all’interno del bagaglio stivato da una cittadina brasiliana ventitreenne. <br /><br />Vi sono però almeno altri due casi che testimoniano da un lato la “fantasia” dei corrieri e dall’altro la difficoltà nel rinvenimento dello stupefacente e l’abilità dei militari operanti. Nel primo sono stati rinvenuti quasi 3 chili di cocaina che un cittadino nigeriano aveva racchiuso in 161 ovuli ingegnosamente e perfettamente confezionati come cioccolatini e riposizionati in quattro scatole opportunamente risigillate, mentre nel secondo caso i militari hanno tratto in arresto un cittadino italiano che viaggiava unitamente ad un cittadino dominicano, anch’esso in seguito arrestato, che tentava di introdurre nel territorio nazionale quasi 5 chili di cocaina occultati all’interno di un doppiofondo ricavato in una pentola contenente miele. (15.10.16)
