Da schiave sessuali dell’Isis a ambasciatrici della libertà di pensiero. Il Parlamento europeo assegna il premio Sacharov 2016 alle due giovani Yazide: Nadia Murad Basee e Lamiya Aji Bashar. <br /><br /> Accumunate da una triste sorte, entrambe provengono da Kocho, uno dei villaggi iracheni al confine con la Siria che nell’estate del 2014 è stato preso d’assalto e distrutto dallo Stato Islamico. <br /><br /> Gli Yazidi sono una popolazione di origine e di lingua curda che pratica un’antichissima religione contenente elementi dell’islamismo, del cristianesimo e dello zoroastrismo. Per questo motivo sono considerati dagli estremisti islamici come i peggiori infedeli.<br /><br /> Catturate, torturate e usate come schiave sessuali, sono poi riuscite a scappare in Europa. <br /><br /> Adesso sono impegnate per assistere le vittime del genocidio yazida e sollecitare la comunità internazionale a salvare altre donne che si trovano nelle loro stesse condizioni. <br /><br /> Resta a mani vuote Can Dündar, ex caporedattore del quotidiano turco Cumhuriyet, ora in esilio. Nel novembre 2015 era stato arrestato e condannato per “rivelazione di segreti di stato”. Niente premio nemmeno per il leader tataro Mustafa Dzhemilev, feroce oppositore dell’occupazione russa in Crimea, anche lui al bando.<br /><br /> Una scelta umanitaria ma anche politicamente di comodo da parte del Parlamento Europeo per non provocare ulteriormente Russia e Turchia.<br />
