La croce torna a svettare sulla chiesa di Bashiqa e le campane hanno ricominciato a suonare, dopo che peshmerga curdi e forze di Baghdad hanno liberato la località del nord Iraq dalla presenza dell’Isil.<br /><br /> I jihadisti avevano distrutto la croce originale e spinto i cristiani a fuggire o a sottomettersi alla sharyah e vivere nella paura.<br /><br /> Ma al di là del gesto simbolico che sancisce la rinascita della cittadina a 20 chilometri da Mossul, per gli abitanti non è ancora il momento di rientrare.<br /><br /> “Stiamo ancora cercando ordigni inesplosi che potrebbero essere rimasti nelle case”, spiega il comandante di brigata dei Peshmerga Mahram Yasin. “Chiediamo alla gente di pazientare e di non ritornare qui finché non avremo completamente ripulito l’area, perché vogliamo garantire la loro sicurezza.”<br /><br /> Da ottobre sono state liberate diverse località storicamente abitate da cristiani, tra cui Qaraqosh.<br /><br /> In Iraq la comunità cristiana si è ridotta negli ultimi trent’anni da 1 milione e 400 mila persone a sole 200 mila. Molte si sono rifugiate a Erbil, in Kurdistan.<br />
