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Napoli-Torino, i rapinatori "pendolari" sequestrano direttrice banca (23.01.17)

2017-02-06 20 Dailymotion

http://www.pupia.tv - Fra Torino, Roma e Napoli, i carabinieri della Compagnia di Torino-Mirafiori, in collaborazione con i colleghi territorialmente competenti, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – emessa dal Tribunale di Torino - nei confronti di sei persone, ritenute responsabili di associazione per delinquere, rapina aggravata e sequestro di persona.<br /><br />Il provvedimento scaturisce da un’attività info-investigativa, condotta da agosto a novembre 2016, che ha consentito di individuare i responsabili di cinque rapine commesse, dall’aprile all’agosto 2016, ai danni di altrettanti istituti di credito della provincia di Torino.<br /><br />Il 26 agosto scorso la rapina alla Banca d’Alba di corso Siracusa, a Torino. Una rapina particolarmente violenta: la banda, infatti, aveva malmenato un cliente che cercava di dare l’allarme alle forze dell’ordine e poi, sotto la minaccia di un coltello, aveva sequestrato la direttrice della filiale e una ventina di clienti, chiudendoli in uno stanzino da cui si sono liberati dopo oltre mezzora spaccando la porta con un estintore. <br /><br />A portare i carabinieri sulle tracce della banda, durante il colpo di fine agosto, era stata la collaborazione di alcuni passanti che avevano notato modello e targa di una delle auto usate per la fuga. L’arresto del commando era avvenuto dopo alcune settimane e poche ore prima del matrimonio della figlia dal capo della banda. <br /><br />Erano finiti in manette Vincenzo Cinquegranelli, 55 anni, domiciliato a Beinasco, il padre della sposa e cinque parenti residenti nel napoletano e nel torinese. Le telecamere a circuito chiuso dell’istituto e un testimone avevano permesso di ricostruire la vicenda. Il primo ad entrare in banca era stato Pasquale Troise, 34 anni, incensurato, residente a Napoli, con il coltello alla mano aveva sequestrato la direttrice e l’aveva chiusa in una stanza con alcuni clienti. La banda era poi fuggita con un notevole bottino. A reclutarli era stato proprio il padre della sposa, la mente della banda.<br /><br />Il modus operandi era sempre lo stesso: utilizzavano una scheda telefonica ad hoc per realizzare la singola rapina, noleggiavano le auto per commettere i colpi, utilizzavano placche simili a quelle in uso alle forze di polizia per entrare negli istituti di credito. In banca, sotto la minaccia di un coltello, sequestravano le persone presenti e attendevano l’apertura temporizzata della cassaforte. Le rapine realizzate hanno fruttato oltre 300mila euro.<br /><br />Il gruppo di lavoro è composto da persone residenti in provincia di Napoli. A Torino, i “pendolari del crimine” usufruivano dell’appoggio logistico di parenti e conoscenti del luogo. Da Napoli a Torino, in treno o in aereo, viaggiavano sempre separati per evitare di essere collegati l’uno con l’altro. (23.01.17)

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