Obamacare contro Trumpcare. Quali sono le differenze tra i due programmi di assistenza sanitaria in discussione negli Stati Uniti? <br /><br /> Il Paese spende ogni anno per la sanità circa tre mila miliardi e mezzo di euro, il 18% del PIL, (i Paesi dell’Unione europea spendono il 10% del Pil). Ciononostante, ancora oggi, circa 28 milioni di americani non hanno accesso all’assistenza e alle cure mediche. <br /><br /> Da quando, nel 2010, è entrato in vigore il programma di assicurazioni sanitarie voluto da Obama, sono circa 20 milioni gli americani che hanno avuto accesso a un’assistenza.<br /><br /> Un provvedimento fortemente sostenuto dalle classi piu’ povere e dal ceto medio impoverito.<br /><br /> Ma quali sono le novita’ introdotte dall’ Obamacare? <br /><br /> Nel dettaglio: standard minimi e coperture gratuite per i meno abbienti, obbligo per i datori di lavoro di garantire una copertura sanitaria ai dipendenti a loro volta obbligati ad acquistarla, estensione al ceto medio del Medicaid, il programma di assicurazione gratuita per i piu’ poveri. E ancora sussidi basati sul reddito per consentire ai cittadini di acquistare una polizza, e divieto per le assicurazioni di negare copertura in base allo stato di salute dei cittadini. <br /><br /> La revoca dell’Obamacare è stato il primo ordine esecutivo firmato da Donald Trump il 20 gennaio scorso. Ma il fronte repubblicano è diviso al suo interno sul da farsi.<br /><br /> Se dovesse entrare in vigore il nuovo programma targato Trump, 14 milioni di americani perderebbero l’assistenza entro un anno, e 24 milioni entro il 2026. <br /><br /> Il piano repubblicano introdurrà crediti di imposta basati su età e reddito: in sostanza gli americani che non hanno un assicurazione legata alla professione ne potranno comprare una sul libero mercato. <br /><br /> Sparirà l’obbligo individuale di assicurarsi, mentre resterebbe intatto il divieto per le compagnie di negare la copertura per malattie preesistenti. <br /><br /> Ma tutto questo, sempre che i Repubblicani trovino un’accordo in Senato.<br />
