Il Kurdistan iracheno si prepara al referendum che nessuno vuole. Il voto sull’indipendenza dall’Iraq si terrà nelle prossime ore ha confermato Massoud Barzani, presidente del governo regionale e leader del Partito democratico del Kurdistan, in un’attesissima conferenza stampa che era stata rinviata di 24 ore mentre si trattava per un possibile rinvio. <br /><br />Barzani chiarisce che una vittoria del ‘sì’ non significherà una dichiarazione immediata di indipendenza.<br /><br />“Abbiamo raggiunto questa conclusione perché riteniamo che solo attraverso l’indipendenza possiamo garantirci un futuro senza avere le atrocità che abbiamo subito in passato – ha detto Barzani – Siamo disposti anche a concedere più tempo per assicurare una relazione di buon vicinato Kurdistan e Baghdad. Ma voglio sottolineare che non ci ritroveremo mai a Baghdad per rinegoziare la partnership, fallita, che avevamo nel passato”.<br /><br />Da Baghdad è arrivato subito l’avvertimento del premier: “saranno prese tutte le misure per proteggere l’unità del Paese”. <br /><br />“Invito tutti – la mia famiglia, i miei amici, i miei parenti – ad andare ai seggi a votare ‘Sì’ – dice Qadem Ramadan, un abitante di Irbil – affinché possiamo avere un Kurdistan indipendente che possa svilupparsi economicamente, culturalmente e in tutti gli altri aspetti”.<br /><br />È un referendum che non vogliono in tanti: oltre all’Iraq, Turchia, Siria e Iran hanno entro i propri confini le comunità curde, non lo vogliono gli Stati Uniti e l’Onu che parla di minaccia alla stabilità della regione.<br />
