Le forze governative irachene sarebbero entrate in Kirkuk dopo aver strappato ai curdi, poche ore prima, il controllo di almeno due pozzi petroliferi e di altre infrastrutture chiave della zona. A riferirlo sono alcuni residenti. L’esercito di Baghdad sarebbe riuscito nella missione quasi senza colpo ferire<br /><br />“Non so cosa sia successo esattamente – spiega Ayoub Yusuf Said, comandante Peshmerga – abbiamo avuto delle perdite, dei martiri e adesso abbiamo ripiegato su queste posizioni. Altri si sono ritirati, non hanno sparato un singolo colpo. Ma noi, della 37esima brigata, manteniamo le nostre posizioni”. <br /><br />La città da tempo è al centro del conflitto tra l’esercito di Baghdad e i curdi che rispondono al governo regionale di Erbil e che controllano la zona dal 2014, da quando cioè hanno messo in fuga i gruppi jihadisti legati al sedicente Stato islamico. Gli abitanti della zona intanto accusano Teheran di ingerenza. <br /><br />“Sono iraniani – sostiene Mahdi Hatim – e non soldati iracheni che stanno arrivando ad occupare la nostra città. Li consideriamo come terroristi e non possiamo lasciarli entrare. Li combatteremo e combatteremo il general maggiore iraniano Qassem Soleimani. Non sono iracheni e non parlano arabo. Parlano persiano. Vogliono ucciderci, annientare i curdi, come hanno fatto con i sunniti”. <br /><br />Il referendum per l’indipendenza del Kurdistan iracheno, svoltosi lo scorso 25 settembre, ha inasprito i rapporti tra Baghdad e i curdi. Kirkuk, cruciale per i suoi pozzi petroliferi, non rientra nel territorio rivendicato dalla minoranza etnica e la consultazione popolare ne stabiliva uno status spaciale. Ma ai suoi abitanti era stato consentito di recarsi alle urne. <br /><br />Il Kurdistan iracheno attraversa la più grave crisi economica della sua storia. Un’eventuale perdita del controllo di tutti i giacimenti di greggio potrebbe essere fatale: soltanto i due pozzi passati sotto il controllo di Baghdad rappresentavano il 40% delle sue esportazioni petrolifere.<br />
