<p>Truffavano il comune per usufruire dei buoni spesa, per questo i carabinieri di Mineo, in provincia di Catania, hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria 34 persone, 18 uomini e 16 donne di età compresa tra i 28 ed i 61 anni. Nei loro confronti i militari, alla luce delle risultanze investigative acquisite, hanno riscontrato elementi di responsabilità in quanto ritenuti responsabili di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. </p><p>L’attività si è sviluppata attraverso il riscontro dei dati acquisiti tramite le istanze presentate dagli interessati con quelli relativi alle dichiarazioni dei redditi ed alle anagrafiche dei singoli componenti dei nuclei familiari. </p><p>In particolare, nel periodo preso in esame dall’indagine (dal mese di luglio a quello di ottobre del 2020), è stato verificato il corretto rispetto delle norme concernenti la distribuzione delle misure di sostegno legate all’emergenza socio-sanitaria determinata dalla pandemia da Covid-19 e, nello specifico, dei cosiddetti ‘buoni spesa’. </p><p>La fruizione di tale strumento assistenziale presuppone però la sussistenza di precisi requisiti (tra i quali, non essere percettori di altri redditi e versare in stato di indigenza) che gli odierni indagati, pur non essendone in possesso, hanno dichiarato di avere sottoscrivendo autocertificazioni depositate agli uffici. Gli stessi infatti sono risultati essere destinatari, a vario titolo, di alcuni sussidi pubblici come reddito di cittadinanza, ‘nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l'Impiego’(NASpI), ’reddito di emergenza’ (REM). </p><p>La somma complessiva percepita indebitamente (e quindi a discapito dei soggetti realmente bisognosi) da tutti gli indagati nel periodo in esame è stata di oltre 11 mila euro, ovvero circa il 34% del totale stanziato dalla Regione Siciliana al comune di Mineo per la specifica assegnazione, ammontante ad 32.004 euro. </p>