Prendere sei icone senza tempo dell’arte milanese, affidarle all’estro del miglior underground sonoro dell’ultima stagione. E vedere cosa ne viene fuori: una operazione bella e straniante, «La città esposta», operazione su cui punta Expoincittà, il coté metropolitano di quanto accade a Rho. In regia, Cesare Malfatti, capitano di lungo corso del rock made in Milano, prima con gli Afterhours, poi coi La Crus: ha chiamato Francesco Bianconi dei Baustelle, Paolo Benvegnù, Luca Morino dei Mau Mau e altri ancora, ha dato loro la musica. E loro ci hanno messo le parole. Dal Quarto Stato alla Pietà Rondanini, dal Bacio di Hayez a Lo sposalizio della Vergine, un’«opera-canzone» per ogni mese di Expo, corredata anche da un video: «Un modo — spiega Malfatti — per omaggiare questi capolavori senza tempo, senza scadere nella didascalia, ma lasciando massima libertà alla creatività degli autori». Al primo blocco di sei se ne aggiungeranno altre sette, cercando qui di evocare luoghi noti e no, magici sicuramente, della città, dalla Cascina Campazzo al Teatro Continuo di Burri, riapparso al Sempione dopo anni. Proprio lì, le «opere-canzoni» a settembre prenderanno corpo in uno spettacolo ad hoc. Bello e straniante, per certo.