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Il cinema disegnato all'Osservatorio Fondazione Prada: gli storyboard in mostra in "A Kind of Language"

2025-01-31 423 Dailymotion

Un'indagine sul processo creativo che è alla base dei film, così come di performance e coreografie. Ma anche una riflessione sul "grado zero", come direbbe Roland Barthes, della costruzione culturale visiva. Osservatorio di Fondazione Prada a Milano (Galleria Vittorio Emanuele) ospita la mostra A Kinf of Language: Storyboards and Other Renderings for Cinema. Un'esposizione (aperta fino all'8 settembre 2025) dedicata agli schizzi e ai disegni che preparano poi l'opera finale. «Penso che gli storyboard - ha detto la curatrice Melissa Harris ad askanews - rappresentino la collaborazione al livello più meravigliosamente umano. Mostrano come qualcuno può avere un'idea e renderla dal punto di vista visuale, la trasforma in una sorta di linguaggio per condividerla con le altre persone coinvolte in un progetto più ampio». <br />La mostra, affascinante anche per un pubblico più ampio rispetto a quello che normalmente frequenta l'Osservatorio, presenta, per esempio, gli storyboard di capolavori della Disney come Fantasia o Biancaneve. Ma anche di Alla ricerca di Nemo. C'è la scena della doccia in Psycho di Alfred Hitchcock, così come i bozzetti per Il grande dittatore di Charlie Chaplin. Ma anche gli schemi per le coreografie di Merce Cunningham e le performance di Joan Jonas. E, restando nell'ambito dell'arte contemporanea, i disegni-scultura di Matthew Barney per Cremaster 1. <br />«Sono documenti molto importanti - ha aggiunto la curatrice -, perché mostrano i diversi modi nei quali funziona la mente e come si passa da un'immagine mentale a una immagine vera e propria, in modi differenti e con tecniche differenti. Non importa con quale strumento si lavori, ma amo la celebrazione dell'immaginazione, e per me gli storyboard rappresentano questo: il dietro le quinte di un prodotto finale che noi conosciamo, ma non sappiamo come ci si è arrivati. Ci mostrano l'idea originale e il modo in cui si è poi evoluta, perché gli storyboard sono anche degli strumenti per risolvere i problemi». <br />Per quanto estremamente affascinanti, gli storyboard sono destinati all'uso, alla replicazione, sono fasi di una lavorazione, oggetti quindi, ma anche strumenti a loro modo astratti, che devono dare forma alle idee. «Questa è una mostra sul processo creativo - ha concluso Melissa Harris -. Quando l'ho proposta non sapevamo come sarebbe diventata: non ci sono opere d'arte nel senso classico di sculture o dipinti. Sono oggetti, ma anche non lo sono, ci sono elementi tangibili, ma parliamo anche di qualcosa di esperienziale, che cambia, qualcosa che è pensiero e visione messa in pratica». Per la mostra è stato realizzato dall'artista Pablo Buratti anche uno storyboard dedicato, che accoglie i visitatori all'ingresso dello spazio espositivo e racconta anche l'Osservatorio.

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