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Papa Francesco rientrato a Santa Marta

2025-03-24 11 Dailymotion

Papa Francesco è tornato a casa, a Santa Marta, ma prima ha voluto fermarsi dove il suo pontificato è iniziato: nella basilica di Santa Maria Maggiore. Ieri, trentotto giorni di ricovero al Policlinico Gemelli, ha lasciato l’ospedale alle 12 e 22 a bordo della consueta 500L bianca. Una volta imboccata la strada verso il Vaticano, però, l’auto ha tirato dritto. Direzione: centro di Roma. Una scelta non casuale. Per il Pontefice gesuita, Santa Maria Maggiore non è un luogo qualunque. È il santuario della Salus Populi Romani, l’icona bizantina cara a generazioni di missionari e al fondatore della Compagnia di Gesù, Ignazio di Loyola. È lì che Francesco si reca alla vigilia di ogni viaggio internazionale. È lì che, anche stavolta, ha voluto dire grazie prima di tornare a Santa Marta. Ma le condizioni di salute l’hanno costretto a rimanere nell’auto. A causa della convalescenza, i medici gli hanno sconsigliato di esporsi. Niente contatti con gruppi di fedeli, nessun rischio di infezione. Prima di uscire dall’ospedale, alle 12 in punto, ora dell’Angelus, Francesco si è affacciato da una portafinestra del secondo piano. In sedia a rotelle, con lo sguardo stanco ma presente, ha salutato la folla con il pollice alzato, simbolo ormai familiare. La voce era flebile, il respiro affaticato. Ma c’era. Ha sorriso, benedetto i presenti, riconosciuto una fedele tra i tanti, poi è rientrato chiudendo per un attimo gli occhi. Un gesto che ha raccontato più delle parole. Nel messaggio dell’Angelus, diffuso dai media vaticani, il Papa ha parlato di pazienza. Una riflessione nata dalla parabola del fico sterile. Nell’Angelus ha lanciato ancora una volta un appello alla pace: in Ucraina, a Gaza, in Sudan, in Congo. La sua voce, più flebile del solito, ha ribadito il messaggio: «Tacciano le armi, si abbia il coraggio del dialogo».

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