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Bologna - FINE VITA. SIT-IN AL TAR EMILIA-R.: "LEGGE NAZIONALE PEGGIOREREBBE TUTTO" (06.05.25)

2025-05-06 4 Dailymotion

https://www.pupia.tv - Bologna - FINE VITA. SIT-IN AL TAR EMILIA-R.: "LEGGE NAZIONALE PEGGIOREREBBE TUTTO" <br />Bologna, 6 mag. - Una legge nazionale sul fine vita ora "vuol dire fare dei passi indietro, non garantirebbe i diritti già riconosciuti dalla Corte costituzionale". È quanto sostiene Matteo Mainardi, coordinatore delle iniziative sul fine vita dell'Associazione Luca Coscioni, in occasione del sit-in davanti al Tar dell'Emilia-Romagna promosso dal Laboratorio di salute popolare di Bologna. Un presidio organizzato in vista del pronunciamento, atteso per il 15 maggio, sul ricorso contro la delibera regionale che regolamenta le procedure del suicidio medicalmente assistito presentato dalla consigliera di Forza Italia Valentina Castaldini. Per ora il Tar ha concesso una sospensiva della delibera. Il presidio di oggi coincide con il giorno in cui una persona "doveva ricevere il farmaco letale", ma tutto è appunto bloccato "in attesa di capire cosa deciderà il Tar". "La dignità non si sospende, legge regionale sul suicidio medicalmente assistito subito", si legge nel grande striscione srotolato dai manifestanti. All'evento hanno preso parte anche alcuni consiglieri regionali, come Paolo Trande (Pd), Lorenzo Casadei (M5s), Simona Larghetti (Avs) e il consigliere comunale di Coalizione civica Detjon Begaj. L'obiettivo della contestazione non è però il Tar. "Siamo qui per ricordare perché siamo al Tar e non davanti alla Corte costituzionale- prosegue Mainardi- perché il Consiglio regionale nella scorsa consiliatura ha deciso di non discutere la legge popolare depositata con 7.300 firme, ma di affidare il tutto a una delibera di Giunta". Per questo "chiediamo quindi al Consiglio regionale di ritrovare la forza per discutere quella proposta di legge così come è stato fatto dalla Regione Toscana". Il presidente della Regione Michele de Pascale ha invocato la necessità di una legge nazionale nei giorni scorsi. Ma, ricorda l'attivista, "l'unica proposta della maggioranza depositata al momento in Senato è una proposta che farebbe passi indietro addirittura sul testamento biologico, tornando a prevedere idratazione e nutrizione artificiali come trattamenti non rifiutabili, come trattamenti obbligatori. Si tornerebbe quindi al 2009, alla vicenda di Eluana Englaro e quel sondino che si attaccava e si staccava in continuazione. Chiedere una legge nazionale oggi e non assumersi la responsabilità come Regione vuol dire questo". Invece, anche in caso di bocciatura da parte del Tar della delibera, "i cittadini avrebbero comunque il diritto di richiedere la verifica delle proprie condizioni di salute per accedere al suicidio assistito. E questo perché c'è comunque una sentenza della Corte costituzionale. Quello che non avrebbero più i cittadini emiliano-romagnoli sono procedure certe e tempi certi per fare questo tipo di percorso. Però è bene ricordare che il diritto rimarrebbe comunque", precisa ancora Mainardi. Più duro sulla vicenda il commento dei manifestanti

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