Potrebbe essere stata strangolata la piccola, di circa sei mesi, trovata morta assieme a una donna (che potrebbe essere la madre) a Villa Pamphilj, nel cuore di Roma, sabato pomeriggio. È quanto emerge dal vertice che si è svolto in procura, tra il capo della Squadra Mobile Roberto Pititto, il sostituto procuratore Antonio Verdi, il procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e tutti i vertici dei reparti investigativi che lavorano al caso. Mentre si attendono i risultati del Dna per dare un’identità ai due corpi senza nome, gli investigatori fanno il punto sugli elementi emersi dall’autopsia e dalle testimonianze. La bimba presentava numerosi segni sul collo, compreso l’ematoma sulla testa. Quanto alla donna, una quarantenne probabilmente dell’Est europeo si pensa sia morta per overdose almeno tre giorni prima della bimba, ma, anche in questo caso, sarà l’esame tossicologico a confermarlo. L’identificazione delle due vittime si presenta estremamente complessa. Le segnalazioni di persone scomparse sono numerose, ma per ora nessuna corrisponde ai dati noti. I tatuaggi sul corpo della donna – tra cui un teschio su una tavola da surf – saranno diffusi per favorire il riconoscimento. Intanto, la polizia ha effettuato nuovi sopralluoghi nel parco, vasto oltre 180 ettari e privo di videosorveglianza interna. Le indagini si concentrano anche sulle immagini raccolte nelle vie limitrofe.