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«Tessuti umani»: arte, cittadinanza e ambiente si incontrano nel progetto di Rosaria Corcione per il Comune di Napoli

2025-06-20 7,827 Dailymotion

«Ogni parola è un filo. Ogni gesto un nodo. Ogni persona un pezzo di tessuto». Così Rosaria Corcione introduce l'anima del progetto Tessuti Umani, un'opera collettiva che intreccia arte, ecologia e partecipazione.Il progetto presentato all’Acquedotto Augusteo del Serino coinvolge infatti cittadini e associazioni nella raccolta di materiali di scarto per un’installazione che sarà presentata in ottobre nell'ambito della rassegna Visioni Contemporanee promossa dal Comune di Napoli.​​Tessuti Umani, spiega l'artista insieme alla direttrice del progetto, la regista Luisa Corcione e la curatrice Valentina Rippa, «nasce con l’intento di mettere a confronto due aspetti attuali e urgenti: la crisi ecologica, con il focus sull’inquinamento da microplastiche, e il ruolo critico e trasformativo dell’arte contemporanea. L’iniziativa si presenta come una call to action che coinvolge direttamente il pubblico. Attraverso laboratori artistici, le etichette raccolte verranno lavorate e trasformate per diventare parte integrante dell’opera finale. Questa trasformazione offre un messaggio concreto: partendo da un materiale apparentemente inutile, si può generare qualcosa di nuovo contribuendo a restituire valore e bellezza a ciò che comunemente consideriamo scarto. Il progetto mira anche a rafforzare il senso di comunità attorno a un tema che riguarda tutti».Per facilitare la partecipazione cittadina, sono stati individuati diversi punti di raccolta nella città di Napoli. Questi spazi includono sedi comunali, il Teatro Bellini e il Mercadante, sale culturali, ristoranti, boutique e studi professionali. Il progetto Tessuti Umani ha il patrocinio dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e si avvale della collaborazione di Marevivo.Rosaria Corcione vive e lavora a Napoli. Laureata con lode in Pittura alla Accademia di Belle Arti ha approfondito il proprio percorso al Taller di Valencia dove ha studiato scultura, incisione e performance sotto la guida di José Sabot, Ana Tomás e Bartolomè Ferraro. La sua formazione eterogenea e la particolare capacità di lavorare in scultura ogni sorta di materiale le hanno permesso di costruire un linguaggio ampio e articolato, che comprende la pittura, la scultura, l’installazione e la performance. Mantenendo sempre uno sguardo lucido, intimo e politico sul mondo, la sua poetica si nutre di fragilità che diventano materia per riflettere sulle urgenze del nostro tempo. Il suo lavoro si concentra da anni sui temi dell’ecologia, dell’ambiente e della cura della persona, declinati come elementi profondamente legati alla dimensione umana, sociale e spirituale. Ha esposto al Macro, Madre, Pan, Mac3, al Forum mondiale delle Culture a Monterey e per i Bocs Art di Cosenza ha realizzato l’opera Salvagente in Natura, una riflessione intensa sull’emigrazione e le politiche internazionali dell'accoglienza.

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