“Si è spenta la tv. Si è spento un faro, un riferimento importantissimo”. Così Carlo Conti alla camera ardente di Pippo Baudo allestita al Teatro delle Vittorie. Interrogato sull'intenzione della famiglia Vacchino di intitolare a Baudo il camerino principale del Teatro Ariston, Conti ha mostrato profonda gratitudine: "Sarà per me un onore entrare in quel camerino". <br /><br />Un ricordo che parte dalle radici comuni arriva invece da Fiorello, con la voce rotta dall'emozione. <br />Il legame tra i due, prima di tutto, era un legame di terra. "Per noi siciliani è stato sempre un vanto, un orgoglio, anche quando non lo conoscevo, da ragazzo", racconta Fiorello. "Sapere di essere siciliani come Pippo Baudo ci riempiva il cuore. Lo seguivamo più degli altri, conduceva persino il festival della canzone siciliana su Antenna Sicilia, che da noi faceva il 100% di share". <br /><br />Quando gli si chiede chi fosse Baudo, Fiorello fatica a trovare le parole, perché nessuna sembra abbastanza. "Tutto quello che è stato detto in questi giorni è vero, ma Pippo è sempre un po' di più. Non è un semplice conduttore, direttore artistico, tredici Sanremo, pagine di televisione scritte. È qualcosa di più. Non ho un aggettivo per dire cosa rappresenti per la televisione italiana, soprattutto per la Rai".