«Ho lasciato la Palestina per accompagnare mia figlia verso cure sanitarie, ma purtroppo lei ha salutato questa vita terrena, per questo lascio una parte del mio cuore da voi. Vi chiedo di pregare per mia figlia e di esserle vicini, perché essere vicini a lei significa essere vicini al popolo palestinese. Mia figlia e la sua morte rappresentano il simbolo delle sofferenza della Palestina e di tutti i palestinesi. Vi ringrazio per questa vicinanza, Marah riposerà qui per sempre, ma io ho deciso che tornerò a casa mia, a Gaza». Sono le parole commosse di Nabila durante il funerale di sua figlia Marah Zhuri, la ventenne palestinese in fuga da Gaza e morta 36 ore dopo il ricovero all’ospedale di Pisa dopo un deperimento corporeo. Il rito funebre, alla presenza di circa 400 persone, si è tenuto mercoledì mattina nel parco della pace Tiziano Terzani di Pontasserchio, frazione del Comune di San Giuliano Terme. Sulla bara della ragazza, la bandiera palestinese, una kefiah bianca e nera e i tanti fiori portati dagli abitanti della zona.