NON C'È SOLO LA MUSICA, PER GUÈ. Infatti, il rapper interprea sé stesso ne La Grazia, il nuovo film di Paolo Sorrentino, in concorso al Festival di Venezia quattro anni dopo È stata la mano di Dio. Con questa sua nuova opera, il regista ha aperto l'82esima Mostra del cinema in corso fino al 6 settembre. <br />Guè compare accanto al protagonista Toni Servillo (che interpreta il Presidente della Repubblica, Marino De Santis). Cosa accade? Il rapper riceve una prestigiosa onoreficenza: perché? perché con la sua musica e i suoi testi ha in qualche modo "guidato" il presidente. Che, suo fan, lo incita a rappare (con loro c'è anche il produttore Shablo, che si trova al fianco di un corazziere). Per sottolineare l'amore del personaggio interpretato da Servillo per la discografia del componente dei Club Dogo, Sorrentino ha costruito una scena in cui il personaggio di Servillo ascolta e canta a squarciagola una canzone di Guè molto particolare. Quale? Le bimbe piangono, del 2015. È una canzone "unica" perché nel testo Guè cantava: "Sorrentino non avrebbe fatto un ciak migliore/Chiedo dopo perdono, non prima, per favore". Una citazione della citazione. Molto curioso. <br />Il regista ha raccontato di aver conosciuto Guè in occasione della presentazione a Milano del suo precedente film, Parthenope. «È molto simpatico. Ho iniziato ad ascoltare la sua musica e mi ha fatto avvicinare a lui anche una sua certa vena dolorosa», ha spiegato. Aggiungendo poi: «Parla dell’amore e delle sue varie forme, dell’amore in relazione al dolore, al tradimento, al potere e anche alla morte». <br />Questa non è la prima volta che Guè compare in un film o in una serie televisiva. Infatti, ha già interpretato se stesso in Cetto c'è, senzadubbiamente. È stato l'ostetrico Zarro ne I soliti idioti 3 e uno spacciatore in un episodio della settima stagione de L'ispettore Coliandro.