UNA ELEONORA DUSE CON UNA LEGGENDARIA CARRIERA ALLE SPALLE, magnificamente interpretata da Valeria Bruni Tedeschi (da premio!), sogna di tornare protagonista del palcoscenico nei tempi feroci tra la Grande Guerra e l'ascesa del fascismo. Era molto atteso alla Mostra di Venezia questo ritratto della leggendaria attrice realizzato da Pietro Marcello (suo Martin Eden, che fece vincere a Luca Marinelli la Coppa Volpi di Miglior attore a Venezia 2019) in Duse, nei cinema il 18 settembre. Il regista del film in concorso ha spiegato: «Mi interessava raccontare un momento storico, ovvero la dissoluzione di un'epoca, gli ultimi anni della Duse, che era dopo la fine della Grande guerra e l'ascesa del fascismo, che è un po' lo specchio riflesso di quello che viviamo oggi, il momento delle non-speranze. Lei era una donna dell'Ottocento ritrovatasi nel secolo breve. Noi della mia generazione siamo persone del Novecento immerse nella confusione del presente». <br />Nel film la Duse sceglie il teatro come unico spazio di verità e di resistenza, oltre che come strumento per riaffermare la propria indipendenza. «È un film, innanzitutto, che racconta di una figura femminile in rivolta, a quei tempi per una donna era difficile avere uno spazio nel mondo maschio. Le donne erano relegate a ruoli passivi e la forza rigeneratrice e il talento di questa donna, il talento innato, che è il talento dei creativi, no? - ha detto il regista - È una donna che in un momento storico riusciva a rivoluzionare il teatro facendolo diventare teatro moderno, poi hanno continuato Stanislavskij e tutti gli altri».
