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Claudio Santamaria: «Credevo sarei diventato architetto. Esporsi? È un dovere»

2025-09-05 3,068 Dailymotion

«Quando scelgo i ruoli prendo sempre in considerazione il significato del film». Claudio Santamaria, ospite di «Voci da Venezia» in dialogo con Chiara Maffioletti, racconta che sono state alcune esperienze negative, da giovane, ad averlo fatto riflettere su come scegliere i lavori. «Ora mi chiedo: "Andresti a vedere questo film?" e se la risposta è sì, allora lo faccio. Per me esistono solo due generi di film: quelli belli e quelli brutti. Non faccio altre distinzioni». Alla domanda «Quando hai capito di essere bravo a fare l'attore», Santamaria sorride e risponde: «Avevo 16 anni, dopo il primo saggio della Scuola di recitazione e doppiaggio. Ero convinto di voler fare l'architetto, ma il mio insegnante dell'epoca mi disse che avevo talento e avrei potuto fare questo mestiere. Fu la prima volta che qualcuno mi fece percepire questo talento, poi ci ho messo anni per acquisire davvero la consapevolezza». E sui messaggi per Gaza alla Mostra del Cinema di Venezia ha concluso: «Esporsi è necessario».

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