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Matteo Maria Zuppi è cittadino onorario di Castelfranco Emilia: il video della cerimonia

2025-09-09 27,719 Dailymotion

Matteo Maria Zuppi è un nuovo cittadino di Castelfranco Emilia. Al cardinale di Bologna è stata consegnata nella serata di martedì 9 settembre la pergamena della Cittadinanza onoraria dopo una celebrazione dall’alto valore simbolico in Piazza della Vittoria, nell’ambito della Sagra del Tortellino. La proposta di conferimento è stata votata dal Consiglio comunale lo scorso 31 marzo, dopo che nel 2020 era già avvenuta la consegna dell’AES Signatum, una replica dei lingotti in rame risalenti al V secolo A.C. ritrovati sul territorio e che rappresenta, nei fatti, le chiavi della città. Castelfranco Emilia, sebbene sia in provincia di Modena, fa riferimento alla Diocesi di Bologna, e il Cardinale Zuppi decine di volte ogni anno si reca sul territorio per tenere Messe - a partire da quelle nella Casa circondariale - e incontrare la cittadinanza.«È per me un grande onore ricevere questa cittadinanza, e il primo sentimento che mi nasce nel cuore è quello della gratitudine: grazie di cuore per la vostra presenza, per la vostra vicinanza, per l’affetto che oggi testimoniate. La comunità è fatta, innanzitutto, di persone. Persone che si sostengono, che camminano insieme, che condividono la gioia e la fatica del vivere quotidiano. Ma la comunità non è soltanto questo: accanto alle persone ci sono anche le istituzioni, che hanno il compito di custodire e servire il bene comune. Tutti, insieme, siamo dentro a una casa comune. Questa casa deve diventare umanità, accoglienza, attenzione. Attenzione in modo speciale ai più deboli, a coloro che hanno maggiormente bisogno di sostegno. Perché, in realtà, tutti abbiamo bisogno di comunità: nessuno si salva da solo, nessuno vive davvero se si chiude in se stesso. L’uomo non è un’isola. Eppure, molte volte, siamo tentati di pensare solo a noi stessi, di bastare a noi stessi. Ma non è così: per ritrovarsi, bisogna incontrare l’altro; per scoprire la propria verità, occorre lasciarsi raggiungere da un abbraccio. L’abbraccio unisce, l’abbraccio guarisce, l’abbraccio ricorda a ciascuno di noi che siamo fatti per vivere insieme. Ecco allora la forza della comunità: una casa aperta, una comunità viva, una Chiesa che si intreccia con la vita quotidiana. Solo così possiamo costruire insieme un futuro di speranza».

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