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Open AI, intelligenza artificiale la nuova prigione?

2025-10-10 121,502 Dailymotion

E’ il simbolo dell’innovazione, di quell’intelligenza artificiale che, pensate, conta per il 40% della crescita dell’intero Pil, prodotto interno lordo, il 40% della crescita della ricchezza creata in un anno negli Stati Uniti. Open AI ha già oggi tra i 700 e gli 800 milioni di utenti che settimanalmente si collegano alla società di Chat GPt. Ma i ricavi ristagnano. E comunque sono ben lontani dalla valutazione di 500 miliardi della società. E allora Sam Altman, che è il fondatore di Open Ai, quel signore che per primo aveva parlato dei rischi di una Intelligenza artificiale incontrollata e che si è poi convertito rapidamente al mondo degli affari, ha deciso di aprire Open AI a possibili fonti di ricavi. Si potrà comprare quello che si vede su Chat Gpt, è stato attivato un servizio di feed basato sul nostro calendario, le nostre chat i nostri messaggi. E infine è arrivato Sora il social network creato sempre da Open AI. Lo scopo è chiaro: creare un assistente personale che ci segua in tutta la nostra vita. A prezzo di cosa? Sicuramente negli anni a venire quello che oggi ci viene dato gratis sarà a pagamento, come è accaduto negli anni scorsi, veniamo abituati a usare dei servizi gratuiti che poi vanno pagati. Nel caso dell’intelligenza artificiale poi che viaggia con un carburante che si chiama dati, continuando a usarla non facciamo altro che alimentarla con le nostre domande e le nostre richieste sempre più precise. Ma soprattutto, il vero vero rischio è che si creino sistemi sempre più sofisiticati per tenerci dentro un recinto. Il loro recinto come da sempre hanno tentato di fare tutti i giganti della tecnologia.

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