Trovato un dispositivo che consentirebbe a Libera, affetta da sclerosi multipla, di potersi autosomministrare il farmaco letale per il suicidio assistito a cui ha avuto accesso. <br /> <br />[idarticle id="2606073" title="Laura Santi è morta, a casa sua, con il suicidio assistito. «Ricordatemi come una donna che ha amato la vita»"] <br /> <br />Appena lunedì scorso la 55enne toscana aveva chiesto l'aiuto di un medico per morire perchè secondo i pareri tecnici forniti da ministero della Salute, Iss e Consiglio superiore di sanità su richiesta del giudice civile di Firenze al momento non risultavano esistere dispositivi per permetterle l'autosomministrazione del farmaco letale. <br /> <br />[idarticle id="2304197" title="Suicidio assistito, la mappa di come funziona nel mondo e quel requisito che richiede solo l'Italia"] <br /> <br />E ieri il giudice di Firenze a cui la donna si era rivolta, ha ordinato all'Asl Toscana Nord Ovest di fornire entro 15 giorni la strumentazione. «Il giudice ha dato ragione a Libera e non al governo. Il servizio sanitario deve fornire alle persone che ne hanno diritto la strumentazione idonea per il fine vita. Il legislatore che vuole cancellare questo diritto si fermi», commenta Filomena Gallo, segretaria nazionale dell'associazione Coscioni. Fonte: Associazione Coscioni (NPK). <br /> <br />“Libera” è un nome di fantasia scelto a tutela della privacy di una donna di 55 anni affetta da sclerosi multipla. L'esordio risale al 2007 con episodi di difficoltà deambulatorie e progressiva perdita della capacità motoria. La patologia ha avuto un decorso molto rapido, con progressivo accumulo di disabilità fino all’attuale situazione di completa tetraparesi spastica. L’uso di tutti e quattro gli arti è infatti compromesso in via definitiva.