Commozione e rabbia al funerale di Raffaele Marianella, autista ucciso nei giorni scorsi nell’agguato contro il pullman che riportava un gruppo di tifosi dopo la partita di basket tra Sebastiani Rieti e la squadra ospite. I colleghi lo hanno ricordato con parole di affetto e con un appello alla sicurezza: «Grande stima e, soprattutto, una forte amicizia. Per me, oltre che un collega, era un fratello. Dura da digerire, soprattutto per com’è andata. I rischi ci sono, bisogna avere responsabilità, ma questa era imprevedibile: non ha spiegazione. Era una persona solare e scherzosa, un amico», ha detto uno di loro. Tra i professionisti del settore riaffiora anche la preoccupazione per gli episodi collegati agli eventi sportivi. «Con gli ultras è successo due volte: una volta ho dovuto chiamare la polizia perché mi hanno stracciato i sedili. Io, quando sento il pericolo, scendo dal pullman. Non si può morire sul lavoro, tanto più per una manifestazione sportiva», ha aggiunto un collega. Fra i presenti, amici e conoscenti che hanno accompagnato l’uscita del feretro tra le lacrime e un lungo applauso.
