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La vita dietro le note: la vera storia di Billy Joel in un doc stasera in tv

2025-10-29 64 Dailymotion

«La musica mi ha salvato la vita. Mi ha dato una ragione per vivere». Questa confessione, cruda e diretta, apre il documentario Billy Joel (titolo originale Billy Joel: And So It Goes) che arriva stasera in tv con il primo dei due episodi di cui è composto. L'appuntamento è per le 21.15 su Sky Arte (in streaming su Now e on demand), mentre la seconda parte va in onda il 5 novembre. Ecco, nel video qui sopra, un'anticipazione esclusiva del film che, come dicono le registe, «è la verità nuda di un uomo che ha fatto della propria vulnerabilità la materia prima dei suoi brani più iconici». <br />Il ritratto senza filtri di Billy Joel <br />Il documentario in due parti, diretto dalle vincitrici dell'Emmy Award, Susan Lacy e Jessica Levin, non è l'ennesimo tributo celebrativo. È un'immersione totale nella mente di uno degli artisti più complessi della musica americana della seconda metà del Novecento. Cinque ore che potrebbero sembrare eccessive sulla carta, ma che si rivelano necessarie per rendere giustizia a una carriera costruita su 121 canzoni – 110 delle quali presenti nel film – e una vita segnata da traumi profondi quanto i suoi successi. <br /> <br />«Non è il mio film, è il vostro», ha detto Joel alle registe. «L'unica cosa che chiedo è: raccontate la verità». E la verità, qui, non viene risparmiata. Attraverso 10 lunghissime interviste con l'artista, filmati inediti, fotografie personali e testimonianze di chi lo ha conosciuto davvero, emerge un ritratto a tutto tondo. Quello di un musicista - e di un uomo - brillante, combattivo, tormentato, ma alla fine sempre in piedi. <br />Le radici del dolore <br />Ha solo 8 anni Billy Joel quando vede suo padre andarsene. Quel vuoto non si è mai riempito davvero. La madre, affetta da disturbo bipolare, lo cresce da sola a Long Island. Il ragazzo tenta il suicidio due volte – un dettaglio straziante rivelato dalla sorella Judy Molinari nelle interviste. Sono cicatrici che non guariranno mai, ma che diventeranno il carburante della sua musica. Come dice il conduttore radiofonico Howard Stern nel documentario, la forza motrice della vita di Joel è stata probabilmente il tentativo di connettersi col padre attraverso la musica. <br /> <br />Quando negli anni Settanta Joel lo rintraccia a Vienna, scopre non solo di avere un fratello – Alexander Joel, oggi direttore d'orchestra – ma anche le proprie radici ebraiche. E la storia della famiglia fuggita dalla Germania nazista. Molti parenti sono stati deportati ad Auschwitz. Quella rabbia sotterranea, quel senso di perdita, danno una nuova luce a brani come Vienna. Dopo aver visto il documentario, non la si ascolta più allo stesso modo. <br />Le donne che hanno ispirato le canzoni di Billy Joel <br />La vita sentimentale di Joel è intrecciata indissolubilmente alla sua arte. Elizabeth Weber, la sua prima moglie, è la musa dietro Just the Way You Are. Una canzone che persino Paul McCartney ammette di aver invidiato. Weber non è stato solo l'amore in quella prima parte di vita e di carriera. Ma anche la manager che lo ha aiutato a costruire il suo percorso professionale. Il loro rapporto era cominciato in modo complicato: Joel si era innamorato di lei quando era ancora sposata con Jon Small, il suo amico e collaboratore nelle prime band. <br /> <br />Christie Brinkley arriva nella vita di Joel quando lui è esausto dopo anni di tour massacranti. L'incontro a St. Barts, suggerito da Paul Simon, segna l'inizio di un amore che finirà sui tabloid ma che regala a Joel la paternità e canzoni come Uptown Girl. Brinkley, supermodella americana, icona degli Anni 70 e 80, racconta nel film come il matrimonio sia naufragato a causa delle lunghe assenze per i tour e i problemi con l'alcol di lui. <br /> <br />Ma svela anche come sia stata lei a scoprire il tradimento che stava svuotando le tasche di Joel: il cognato Frank Weber, suo manager e padrino della figlia Alexa Ray, lo stava derubando. Joel è stato costretto a tornare sul palco quando avrebbe voluto stare a casa, solo per recuperare i soldi persi. <br />La musica prima di tutto <br />Il cuore pulsante del documentario è naturalmente la musica. Non c'è fase della carriera di Joel che venga trascurata. Dalle prime band – The Hassles e il gruppo metal Attila – al periodo californiano con l'album d'esordio Piano Man, nato dall'esperienza come pianista sotto falso nome in un bar di Los Angeles. Poi il ritorno a New York, la svolta con The Stranger del 1977 – che diventa il disco più venduto della Columbia Records fino a quel momento. E la straordinaria collaborazione col produttore Phil Ramone. <br /> <br />Bruce Springsteen, Sting, Nas, Pink, Garth Brooks: i grandi della musica si alternano per rendere omaggio al talento di Joel. Sorprendentemente, l'unico a declinare l'intervista è stato Elton John – con cui Joel ha avuto dissapori pubblici, soprattutto dopo comme...

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