https://www.pupia.tv - Tir “agganciati” nel Macrolotto, documenti distrutti e filiere fantasma: così, secondo gli inquirenti, un’impresa del distretto pratese avrebbe fatto entrare in massa tessuti di origine cinese eludendo dazi e Iva. L’indagine è condotta dal Gruppo della Guardia di Finanza di Prato sotto la direzione dell’European Public Prosecutor’s Office – Ufficio di Bologna, con il sequestro di oltre 2,3 milioni di metri di tessuto.<br /><br />L’indagine – Il fascicolo si inserisce nella strategia di contrasto alle fenomenologie illecite che minano la leale concorrenza e la trasparenza fiscale nel distretto tessile. Le investigazioni sono partite da un’attività di intelligence sui flussi di merce in arrivo dall’estero e diretti ai magazzini dell’area dei macrolotti 1 e 2, verificando la corrispondenza tra luoghi di effettivo scarico e dati riportati sui documenti di trasporto, con particolare attenzione a soggetti di comodo, imprese “apri e chiudi” e “magazzini fantasma”.<br /><br />Il sistema – Gli accertamenti hanno indirizzato l’attenzione su un’azienda gestita da un soggetto di etnia sinica, ritenuta connotata da forti criticità per la rete estera di approvvigionamento. Le Fiamme gialle hanno ricostruito le filiere di acquisto, avvalendosi dei poteri investigativi della Procura europea che, ai sensi dell’articolo 31 del Regolamento EPPO, ha coordinato mirate attività transfrontaliere in Polonia e Germania. Il quadro indiziario descrive triangolazioni commerciali complesse per importare massicci quantitativi di tessuti dalla Cina, in evasione dei tributi doganali e dell’Iva all’importazione.<br /><br />Le modalità – Le forniture, in contrabbando, viaggiavano con CMR recanti generalità e indirizzi falsi sia del cedente che dell’acquirente. Giunti nell’area del Macrolotto, i tir venivano “agganciati” dal personale del reale acquirente e scortati ai punti di scarico, quindi la documentazione di accompagnamento veniva distrutta. A copertura, l’acquirente si procurava fatture di acquisto false che simulavano un percorso di vendita attraverso imprese e società – soprattutto polacche e tedesche – di fatto inesistenti o inattive.<br /><br />Il danno erariale – In base alle attuali ricostruzioni, lo schema avrebbe consentito all’impresa di sottrarsi a obblighi tributari per quasi 1,3 milioni di euro.<br /><br />Perquisizioni e sequestri – Le perquisizioni nei luoghi nella disponibilità dell’impresa e presso il domicilio della titolare di fatto hanno portato al sequestro di oltre 21 mila rotoli di tessuto, oltre a numerosi dispositivi informatici e documentazione contabile ed extra-contabile.<br /><br />I reati contestati – All’amministratore di fatto vengono contestati il contrabbando per omessa dichiarazione aggravato, il trasferimento fraudolento di valori e la dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. (06.11.25)<br /><br />#pupia
