In una toccante intervista a Harper’s Bazaar, Reese Witherspoon – oggi 49 anni, una delle attrici più amate di Hollywood – ha deciso di raccontare senza filtri un capitolo delicato della sua vita: la lotta contro la depressione post-partum dopo la nascita della primogenita, Ava Phillippe. Un racconto intimo, sincero, che smonta il mito della maternità perfetta e ricorda a tante donne che la fragilità non è una colpa, ma una realtà da riconoscere e affrontare. <br />[idgallery id="608353" title="Reese Witherspoon, una famiglia da favola con Ava, Deacon e Tennessee"] <br /> <br />Reese Witherspoon mamma a 23 anni <br />Quando è diventata mamma per la prima volta, Reese aveva solo 23 anni. «È stata davvero dura», ha confidato nell'intervista. «Durante i primi sei mesi ero allo stesso tempo felice e depressa. Piangevo in continuazione, restavo sveglia tutta la notte, ero esausta». Quel periodo, racconta, fu segnato da un improvviso squilibrio ormonale che la travolse due volte: subito dopo il parto e di nuovo sei mesi più tardi, quando smise di allattare. «È stato un crollo ormonale inaspettato. Non ero preparata a sentirmi così». La maternità, attesa come un traguardo luminoso, si trasformò in un percorso di sopravvivenza emotiva. Una condizione che molte donne conoscono bene, ma di cui si parla ancora troppo poco. <br /> <br /> <br />[caption id="attachment_2269830" align="aligncenter" width="724"] Reese Witherspoon con la figlia Ava Phillippe alla sfilata Fendi Haute Couture Spring/Summer 2024. (Photo by Daniele Venturelli/Getty Images for Fendi)[/caption] <br />[idarticle id="608347" title="Reese Witherspoon, «La mentalità di Hollywood è troppo sessista: voglio cambiarla»"] <br /> <br />La pressione sulla giovane neomamma <br />Reese non nasconde quanto si sia sentita sotto pressione come giovane madre. «È difficile essere una neomamma e sentire continuamente le persone dirti come comportarti, come partorire, come allattare, come nutrire il tuo bambino. È opprimente.» In quegli anni la star di Pleasantville e Cruel Intentions era già sotto i riflettori, ma la fama non le ha risparmiato l’insicurezza e il senso di inadeguatezza. Oggi, rileggendo quella fase della vita, Witherspoon riconosce di aver vissuto una vulnerabilità autentica: «La società idealizza la maternità, ma nessuno ti prepara davvero alla tempesta di emozioni che la accompagna». <br />[idgallery id="2068682" title="Depressione post partum: il vero e il falso"] <br /> <br />La depressione, una questione di famiglia <br />Dietro la sua esperienza, c’è anche un’eredità familiare. L’attrice racconta che la depressione era una questione di famiglia: «Mia nonna ne soffriva, e mia madre mi aveva avvertita: “Devi stare attenta, potrebbe essere genetico”». Quella consapevolezza l’ha aiutata a chiedere aiuto al momento giusto. «Avevo le conoscenze e i mezzi per rivolgermi a uno specialista in salute mentale. Ma so che molte donne non hanno la stessa possibilità. Lottano da sole e lo nascondono». <br />[idarticle id="2566381,2495138" title="Depressione post partum, il lato oscuro della maternità nel nuovo film di Jennifer Lawrence,Simona Cavallari sulla depressione post-partum: «Ci si vergogna di stare male»"] <br /> <br />Il messaggio di Reese: «Non siete sole» <br />Oggi, guardando indietro, Reese Witherspoon non rinnega quel periodo oscuro: lo considera una tappa fondamentale del suo percorso umano e professionale. L'attrice ha avuto altri due figli: Deacon Reese Phillippe, nato nel 2003, e Tennessee James Toth, nato nel 2012. «Probabilmente ho avuto successo anche grazie alla mia ansia», ha ammesso di recente. «Mi ha spinta a impegnarmi di più, a cercare sempre di migliorare.» <br />Quella stessa sensibilità che l’ha fatta vacillare è diventata la chiave del suo equilibrio, trasformandosi in empatia e consapevolezza. Oggi il suo messaggio è chiaro e potente: «Non siete sole». Parlare di salute mentale, anche quando riguarda una star di Hollywood, serve a rompere un tabù ancora troppo radicato. Perché, come ricorda Reese, la maternità non è un film perfetto: è un viaggio reale, fatto di amore, stanchezza, lacrime e rinascite.
