Parigi, con i suoi boulevard romantici e le luci che si riflettono sulla Senna, è nell’immaginario di molti la città perfetta. Eppure, per alcuni visitatori, il sogno può trasformarsi in un incubo. È la cosiddetta “Sindrome di Parigi”, un disturbo psicosomatico riconosciuto negli anni ’80 che provoca ansia, disorientamento, tachicardia e una profonda delusione emotiva nei turisti – in particolare giapponesi – che non ritrovano nella realtà la Parigi idealizzata dalle guide e dal cinema. <br />[idgallery id="2599682" title="Parigi Haute Couture AI 2025/26, tre trend beauty da seguire anche subito"] <br /> <br />Quando il sogno di Parigi diventa un trauma <br />Il primo a descrivere il fenomeno fu nel 1986 il medico giapponese Hiroaki Ota, allora in servizio a Parigi. Nelle sue ricerche definì la sindrome come «uno stato psicologico di confusione e angoscia, accompagnato da sintomi fisici come vertigini, insonnia e senso di persecuzione». Secondo Ota, le persone colpite vivono una sorta di “shock culturale acuto”, una frattura tra l’immagine ideale della capitale francese — raffinata, romantica, accogliente — e la realtà di una grande metropoli rumorosa, caotica, spesso poco paziente con i turisti. <br />[idarticle id="2516415" title="Il beautycase per andare a Parigi. E gli indirizzi beauty dove rilassarsi"] <br /> <br />Perché colpisce soprattutto i giapponesi <br />Gli studi successivi, condotti anche dallo psichiatra Youcef Mahmoudia, hanno individuato un profilo ricorrente: si tratta perlopiù di giovani giapponesi molto sensibili, educati in una cultura fondata sul rispetto, sull’armonia e sulla discrezione. A Parigi si trovano improvvisamente in un ambiente percepito come diretto, brusco e individualista, dove i ritmi frenetici, i toni accesi e perfino l’umorismo possono risultare destabilizzanti. Alcuni pazienti hanno raccontato di essersi sentiti “presi di mira” o fraintesi dai parigini, alimentando senso di smarrimento e isolamento. Una forma estrema di shock culturale che può sfociare in un vero e proprio esaurimento psicofisico. Per gestire la situazione, l’Ambasciata del Giappone a Parigi ha attivato una linea telefonica di emergenza 24 ore su 24, che offre assistenza psicologica ai viaggiatori in difficoltà. <br />[idgallery id="2521653" title="Parigi Fashion Week AI 2025/26, il best of beauty"] <br /> <br />Quando la bellezza delude <br />Nella maggior parte dei casi, chi sviluppa la Sindrome di Parigi è un viaggiatore molto colto e sensibile all’arte: studenti di belle arti, scrittori o semplici amanti della cultura francese, arrivati con aspettative altissime. Ma la distanza tra la Parigi sognata e quella reale — con il traffico, la folla, lo stress urbano e i quartieri degradati — può essere devastante. Come ha spiegato Ota, «la mente non regge la distanza tra immaginazione e realtà». <br />[idarticle id="2669018" title="Viaggiare in Italia, cosa rende l'accoglienza nostrana speciale? I piccoli gesti"] <br /> <br />Altre città che possono sorprendere… in negativo <br />Non è solo Parigi a suscitare delusione nei turisti più sensibili. In tutto il mondo esistono città e luoghi iconici che, al di là della loro fama, possono generare reazioni simili alla Sindrome di Parigi. Diversi sondaggi e classifiche stilati dai viaggiatori segnalano come esperienze “deludenti” alcune mete famose: Times Square a New York, il Checkpoint Charlie a Berlino, la Tour Eiffel a Parigi, ma anche la Walk of Fame di Hollywood o il Colosseo a Roma. Naturalmente, il grado di delusione dipende molto dalla percezione personale e dalle circostanze della visita: caldo intenso, folla, lunghe code e disagi possono accentuare il senso di frustrazione anche nei luoghi più iconici.
