Quella frase, «Dirige l'orchestra il maestro Peppe Vessicchio», era più di un annuncio: era un rito rassicurante, una certezza, il segnale che il Festival di Sanremo stava iniziando davvero. Oggi, quella colonna sonora familiare si è spenta. La musica italiana è in lutto per la scomparsa di Peppe Vessicchio, il direttore d'orchestra, l'arrangiatore e il volto televisivo tra i più amati dal pubblico, deceduto a 69 anni. Un addio improvviso che lascia un vuoto profondo nel mondo dello spettacolo, dal palco dell'Ariston ai banchi di Amici, e che ci porta a riscoprire l'uomo oltre l'iconica bacchetta. <br /> <br />[idgallery id="2495133" title="Le canzoni di Sanremo basse in classifica e poi amate da tutti"] <br />La scomparsa del maestro Peppe Vessicchio <br />La notizia è arrivata nel pomeriggio di oggi, 8 novembre. Peppe Vessicchio si è spento all'ospedale San Camillo di Roma, dove era ricoverato in rianimazione. A portarlo via, una complicazione improvvisa. «Peppe Vessicchio è deceduto per una polmonite interstiziale precipitata molto rapidamente», ha confermato la struttura ospedaliera. Una notizia che ha colto tutti di sorpresa, lasciando attoniti colleghi e pubblico. La sua presenza era una garanzia gentile, un misto di autorevolezza e ironia. La famiglia, nel rispetto del suo stile riservato, ha fatto sapere che i funerali «saranno strettamente privati». <br /> <br />[idarticle id="1000251,2513325" title="Peppe Vessicchio e l’Antoniano per “Operazione Pane”, a favore delle mense francescane,Nessuno tocchi Giorgia: dal sesto posto a Sanremo al successo di vendite"] <br />Peppe Vessicchio: il volto simbolo di Sanremo <br />Nato a Napoli il 17 marzo 1956, Vessicchio è stato il simbolo stesso del Festival di Sanremo. Dal 1990, la sua folta barba e lo sguardo gentile sono diventati un'istituzione sul palco dell'Ariston. Non solo una presenza fissa, ma un vincitore. Ha alzato il premio per ben quattro volte come direttore d'orchestra: nel 2000 con gli Avion Travel (Sentimento), nel 2003 con Alexia (Per dire di no), nel 2010 con Valerio Scanu (Per tutte le volte che) e nel 2011 con Roberto Vecchioni (Chiamami ancora amore). A questi si aggiungono i numerosi premi come miglior arrangiatore, una firma di eleganza e sensibilità musicale. <br /> <br />[idgallery id="2272742" title="Sanremo: i super ospiti storici del festival"] <br />Oltre l'Ariston: gli inizi e la tv con Amici <br />Ma ridurre Vessicchio a Sanremo sarebbe un errore. Ha saputo parlare a tutte le generazioni, entrando nelle case come docente e direttore d'orchestra nel talent Amici di Maria De Filippi (dal 2001 al 2012 e poi di nuovo dal 2018), educando milioni di giovani alla disciplina e alla bellezza della musica. La sua carriera come arrangiatore era iniziata decenni prima, collaborando con giganti come Gino Paoli (per cui firma capolavori come Ti lascio una canzone e Cosa farò da grande), Edoardo Bennato, Zucchero, Elio e le Storie Tese, Biagio Antonacci e Andrea Bocelli. <br /> <br />[idarticle id="1841260,2059721" title="Sanremo 2022, scoppia il Vessicchio-gate: perché il Maestro non è ancora all'Ariston?,La direttrice d'orchestra che difende i Maneskin: «Anche il rock è arte»"] <br />La filosofia di Peppe Vessicchio: l'armonia e il silenzio <br />Più che un direttore, Vessicchio era un filosofo della musica. Il suo approccio era umano, mai solo accademico. «Ogni persona è come una corda e possiede una capacità di vibrazione», diceva. «Quando incrociamo le nostre vere passioni, iniziamo a suonare davvero». Cercava l'«armonia naturale», che definiva come «l'ottimale condizione degli elementi di un insieme». Credeva nell'equilibrio sottile tra il suono e il suo opposto: «Il silenzio è il tessuto in cui il suono si intrufola». Un'etica del rispetto e del tempo: «Bisogna trovare la propria velocità», spiegava, «una velocità che sia la tua, non quella del mercato». <br /> <br />[idarticle id="288405,2505563" title="Speranza Scappucci, professione direttrice d'orchestra,La classifica completa di Sanremo 2025, dal primo (Olly) all'ultimo posto"] <br />Nel cuore del pubblico e degli amanti della musica <br />Un artista che ha saputo unire la musica leggera a quella colta. Nel 2024, la sua composizione Tarantina è stata eseguita dall'Orchestra del Teatro alla Scala. «Sentire la mia musica alla Scala è stato come tornare a casa dopo un lungo viaggio», raccontò con la sua tipica modestia. Nonostante la fama, Peppe Vessicchio era rimasto fedele alla sua missione. «"Dirige l'orchestra" è una frase che mi insegue», confidava, «ma in realtà io non volevo dirigere: volevo scrivere, unire, cercare l'armonia». Ci è riuscito, unendo l'Italia intera nel suo ricordo.
