Roma, 14 nov. (askanews, testo redazione online) - Decine di indigeni hanno bloccato l'ingresso principale della COP30, il vertice delle Nazioni Unite sul clima in corso nella città brasiliana di Belém. Una protesta pacifica, a cui hanno partecipato anche bambini. <br /> <br />[idarticle id="2138777" title="Emanuela Evangelista: «Vogliamo creare un corridoio di biodiversità in Amazzonia»"] <br />COP30, la manifestazione pacifica degli indigeni: le ragioni della protesta <br />"Lottare per il nostro territorio significa lottare per la nostra vita" è scritto sul cartello mostrato da alcuni dei manifestanti, della tribù dei Munduruku, che protestano contro i grandi progetti infrastrutturali in Amazzonia e chiedono di incontrare il presidente brasiliano Lula. <br /> <br />A causa di una "manifestazione pacifica" che non presenta "alcun pericolo", secondo un comunicato dell'Onu Clima, le persone che si recano alla COP30 sono state invitate a accedervi da un ingresso laterale, dopo un posto di blocco militare. Il presidente della COP, André Correa do Lago, e il direttore generale Ana Toni sono andati incontro ai manifestanti per negoziare, affinché liberassero il passaggio. <br /> <br />[caption id="attachment_2674352" align="aligncenter" width="1024"] Il leader indigeno e ambientalista brasiliano Chief Raoni partecipa a una conferenza stampa durante la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP30 a Belém, nello stato del Pará, in Brasile (Photo by Pablo PORCIUNCULA / AFP) (Photo by PABLO PORCIUNCULA/AFP via Getty Images)[/caption] <br /> <br />[idarticle id="2604092" title="Petra Costa, regista di “Apocalypse in the Tropics”: «Il Brasile, come l'Italia, è un laboratorio politico»"] <br />Petrolio, agribusiness e infrastrutture sulle terre degli indigeni <br />Mentre è in corso Cop30, i popoli indigeni e le organizzazioni della società civile sono riuniti nel Vertice dei popoli, denunciando che la conferenza delle Nazioni Unite non rappresenta i popoli originari ma gli imprenditori. La regione in cui si svolge la Cop30 è tra le più vulnerabili della Terra, segnata dallo sfruttamento petrolifero, dall'agribusiness e da grandi progetti di infrastruttura nelle terre dei popoli originari. Come la contestatissima Ferrogrão, la ferrovia per il trasporto della soia destinata a collegare Sinop, nel Mato Grosso, a Miritituba, nel Pará, devastando 16 aree indigene. <br /> <br />[idarticle id="2131101" title="Alessandra Korap Munduruku: «In Brasile serve un cambiamento culturale»"] <br /> <br />Durante Cop30, il capo tribù Raoni Metuktire, principale leader indigeno del Brasile, ha criticato il progetto della Petrobras di estrarre petrolio al largo della foce del Rio delle Amazzoni - iniziativa che gode del sostegno del presidente Luiz Inácio Lula da Silva - e il piano per grandi opere infrastrutturali nella foresta amazzonica. «Questi progetti distruggono fiumi e terre e continuano ad avanzare, non mi piacciono. Avevo detto molto tempo fa che ci sarebbero state conseguenze molto negative per noi e anche per voi. State causando voi stessi queste conseguenze», ha detto Raoni in un'intervista alla Reuters.
