Era nato sotto le bombe e ha vissuto davanti alla macchina da presa, regalando al cinema uno degli sguardi più magnetici, ambigui e indimenticabili del Novecento. Udo Kier è morto all'età di 81 anni, lasciando un vuoto grande vuoto in quel cinema d'autore che vive di estetica e inquietudine. <br /> <br />Attore instancabile, dandy dell'horror, icona queer e volto feticcio per i registi più visionari, Kier se ne va con un'eredità di oltre duecento film. Una carriera che è stata un lungo viaggio – fisico e artistico – iniziata tra le macerie di Colonia nel 1944 (fu estratto vivo dall'ospedale bombardato appena nato) e conclusa come leggenda vivente di un'arte libera da ogni etichetta. <br /> <br />[idgallery id="2076140" title="15 film horror da vedere, classici e nuovi"] <br />Udo Kier, vampiro bellissimo che sedusse Warhol <br />Impossibile dimenticare l'impatto che ebbe Oltreoceano. Dopo essersi trasferito a Londra, il suo volto androgino catturò l'attenzione della Factory di Andy Warhol. Furono i film diretti da Paul Morrissey, Il mostro è in tavola... barone Frankenstein (1973) e Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete!!! (1974), a trasformarlo in un sex symbol "maledetto". In quelle pellicole, Kier incarnava un'Europa stanca e aristocratica, mescolando erotismo e una malinconia che gli si leggeva in quegli occhi chiarissimi. <br /> <br />[caption id="attachment_1778365" align="aligncenter" width="1024"] Udo Kier nel corto Road to Saint Tropez, del 1966. ROAD TO ST. TROPEZ, Udo Kier, 1966[/caption] <br /> <br />[idarticle id="1443641,1919230" title="Signore e signori, Andy Warhol!,Quanti film horror sono citati in ''Stranger Things 4''? Molti, e tutti leggendari"] <br />Il Nuovo Cinema Tedesco e il legame con Fassbinder <br />Se Warhol lo rese un'icona pop internazionale, fu il connazionale Rainer Werner Fassbinder a radicarsi profondamente nella sua carriera durante l'epoca d'oro del Nuovo Cinema Tedesco. Tra i due non c'era solo lavoro, ma un'intesa intellettuale che ha prodotto opere memorabili. Udo Kier ha prestato il suo volto spigoloso a pellicole fondamentali come La terza generazione (1979), Lili Marleen (1981) e la monumentale serie Berlin Alexanderplatz (1980). In quel gruppo di artisti ribelli e tormentati, l'attore teutonico portava una presenza scenica glaciale e controllata, perfetto contraltare al fuoco creativo e autodistruttivo di Fassbinder. <br /> <br />[idgallery id="166665" title="Le maschere horror del cinema"] <br />Udo Kier, da Suspiria ai film di Lars von Trier <br />L'Italia è stata una seconda casa per lui, grazie al sodalizio con Dario Argento (Suspiria, La terza madre). Ma è stato forse Lars von Trier a comprendere più di tutti la sua natura negli anni della maturità, volendolo come padrino spirituale dei suoi film più complessi: da Le onde del destino a Dogville, fino al claustrofobico Melancholia. <br /> <br />[caption id="attachment_1778399" align="aligncenter" width="1024"] Udo Kier in Melancholia (2011) di Lars von Trier[/caption] <br /> <br />[idarticle id="2124595" title="Lars von Trier: «Anche i miei pregiudizi sono fuori moda»"] <br />La vita privata di Udo Kier: il deserto, i cani e l'arte <br />Lontano dai set e dalle atmosfere cupe dei suoi personaggi, Udo Kier era un uomo che amava la luce e la natura. Dichiaratamente omosessuale, ha vissuto la sua identità con una libertà assoluta e priva di sensazionalismi. Nel corso del tempo, è diventato punto di riferimento silenzioso per la comunità LGBTQ+ nel mondo del cinema. <br /> <br />Legato all'artista Delbert McBride, da molti anni aveva scelto di vivere negli Stati Uniti, a Palm Springs, in California. Lì aveva trasformato una vecchia biblioteca in una residenza-museo, circondato dai suoi amati cani trovatelli, dal deserto e da una vasta collezione d'arte. Chi lo conosceva bene lo descriveva come un uomo dallo spirito gentile, un appassionato giardiniere e un grande narratore di storie, capace di ridere della propria immagine di "cattivo" del cinema. <br /> <br />[caption id="attachment_1778382" align="aligncenter" width="1024"] Udo Kier alla prima di "Don't Worry, He Won't Get Far on Foot" durante la Berlinale nel 2018 (Photo by Pascal Le Segretain/Getty Images)[/caption] <br /> <br />[idarticle id="1741583,2366412" title="I 20 film horror più spaventosi di sempre: da ''Shining'' a ''Hereditary - Le origini del male'',Famiglia queer, le sfide psicologiche che deve affrontare. Serve ancora un'educazione della società"] <br />L'ultimo atto <br />Uno dei suoi ultimi grandi regali al pubblico è stato Swan Song (2021), film delicato che gli è valso un premio al Festival di Karlovy Vary. Interpretava un parrucchiere in pensione che attraversa la città per acconciare una vecchia amica per il suo funerale. Un ruolo struggente, ironico e vitale: il testamento perfetto per un uomo che ha attraversato le tenebre del cinema portando sempre con sé una luce unica.
