La compagnia parte per una vasta esercitazione. Il gruppo è nella squadriglia Falco 4 e nella prima prova dal carro armato deve colpirne un altro, dentro il quale, non vista, si è nascosta una misteriosa ragazza. Dopo alcuni lanci mancati, decidono di farlo saltare con una bomba a mano da piazzare all'interno. Serra, prescelto, si accorge così della ragazza, che dice di volersi uccidere, e riesce a salvarla dall'esplosione. La donna fugge, ma viene subito catturata dai quattro. Durante la pausa pranzo, tuttavia, ruba il loro carro armato. Intanto, nella squadriglia Leopardo 3, il sergente Scherone dà lezioni di mimetizzazione al caporale Melloni e agli altri.<br />Il carro dei ragazzi si impantana nel fiume e devono fingere il rischio di affogare per ricevere dalla base l'ordine di abbandonare il mezzo. La ragazza intanto racconta la sua storia: è nata in quei luoghi, che conosce a menadito, e ha raggiunto la zona di esercitazione per trovare il suo fidanzato. Quest'ultimo è nel battaglione di stanza a Pordenone, e il giorno successivo con i colori arancioni dovrà vedersela contro i ragazzi, con i colori blu. Il gruppo e la ragazza, che si chiama Martina, raggiungono una catapecchia. Serra e Montini vanno in missione di spionaggio, Bertolazzi e Scibetta bevono una tisana preparata da lei che li addormenta. La squadriglia Leopardo 3 riceve e porta a termine la missione di minare il sentiero dove passeranno i carri arancioni. Il sergente Scherone però viene catturato. Anche i blu Serra e Montini vengono catturati, ma poi li libera Matteo, fidanzato di Martina, in cambio di informazioni sulla ragazza che i due dicono di conoscere. Possono così rientrare alla catapecchia.<br />Li raggiunge il tenente Dell'Anno con un'altra squadra e tutti partono per una nuova missione, sabotare gli elicotteri arancioni. La missione è resa impossibile dal tempo perso per salvare, davvero, una scolaresca che con lo scuolabus stava precipitando in un dirupo. La vittoria dell'esercitazione sembra in mano agli arancioni ma, con un blitz a bordo di un'ambulanza sulla falsariga del film Quella sporca dozzina, i ragazzi conquistano il quartier generale e ribaltano le sorti. Nella celebrazione della messa che chiude l'esercitazione, la jeep usata come altare da don Castelli per celebrare all'improvviso parte in retromarcia, ma non è un incidente: a guidarla c'è il gruppo, che può intonare la consueta ouverture.
